Siliconi, parabeni, solfati... Tutto quello che c’è da sapere.

Ti interroghi circa alcuni ingredienti che possono trovarsi nei tuoi prodotti di trattamento o make-up? La trasparenza per noi è fondamentale: ti sveliamo tutto. Innanzitutto, per essere commercializzato, un prodotto cosmetico deve rispettare regole internazionali molto rigide. In particolare, i suoi ingredienti non devono comportare rischi per la salute. Per consentire o vietare l’uso degli ingredienti, le normative internazionali si basano su una moltitudine di studi scientifici aggiornati con regolarità. Tuttavia, nonostante siano autorizzati, esistono controversie circa alcuni ingredienti - come siliconi, parabeni o solfati - per il loro impatto sulla salute umana o sull’ambiente. Clarins segue con grande attenzione tali controversie e monitora costantemente la pubblicazione di nuovi studi sull’argomento e le posizioni delle autorità sanitarie competenti. Ad ogni modo, Clarins lavora per sostituire o limitare alla minore quantità possibile l’uso di questi ingredienti nelle sue formule nei casi in cui non esista un sostituto. Ecco le spiegazioni in dettaglio!

1. Siliconi

Denominazione INCI: Dimethicone; Dimethiconol; Cyclomethicone; Trimethicone; Cyclopentasiloxane e derivati

I siliconi sono una grande famiglia di componenti utilizzati nelle formule di make-up e trattamenti per la cura di pelle e capelli. I siliconi sono noti per il loro effetto levigante, riempitivo e opacizzante e per la notevole sensorialità che conferiscono alle texture. Perché il loro uso è controverso? Nel caso di due di essi, il cyclopentasiloxane (D5) e il cyclotetrasiloxane (D4), per l’impatto negativo sull’ambiente in quanto si accumulano nelle acque reflue a causa della loro elevata stabilità. Inoltre, si sospetta che il cyclotetrasiloxane (D4) sia anche dannoso per la salute umana. La normativa europea sui prodotti cosmetici limita il loro utilizzo a una concentrazione dello 0,1% nei prodotti da risciacquare. Clarins, che attribuisce grande importanza alla propria responsabilità ecologica, si impegna per limitare l’uso di siliconi - qualunque essi siano - nelle sue formule di make-up e trattamenti. Alcune formule di make-up già esistenti possono contenere cyclopentasiloxane o cyclomethicone ma, per quanto riguarda i nuovi prodotti, Clarins cerca attivamente alternative che offrano la stessa sensorialità.

2. Parabeni

Denominazione INCI: Methylparaben; Ethylparaben

I parabeni, vasta famiglia di molecole, sono utilizzati nell’industria alimentare, farmaceutica e cosmetica per le loro proprietà di conservanti. Consentono infatti di mantenere intatte le formule e proteggerle da ogni possibile contaminazione (batterica, fungina, virale, ecc.). Perché il loro uso è controverso? Perché sarebbero nocivi per la salute. Per rispondere a tale preoccupazione, sono stati condotti numerosi studi scientifici al fine di verificare l’impatto dei parabeni sulla salute umana - studi che hanno dimostrato l’assoluta innocuità di due di essi: il metilparaben e l’etilparaben. Pertanto, se il regolamento cosmetico vieta l’uso dei parabeni detti “a catena lunga”, consente invece l’uso di metilparaben ed etilparaben, due parabeni “a catena corta”. Di fronte alla pressione mediatica, Clarins favorisce per la conservazione dei suoi prodotti delle alternative a questi due parabeni. Ma poiché ogni formula richiede lo sviluppo di un adeguato sistema di conservazione, Clarins deve talvolta ricorrere al metilparaben o all’etilparaben per garantire la perfetta protezione antimicrobica di alcune formule.

3. Solfati

Denominazione INCI: Sodium laureth sulfate; Sodium lauryl sulfate

In cosmetica, i solfati consentono di stabilizzare le formule ma anche di ottenere un gradevole effetto schiumogeno. I più utilizzati sono il sodium lauryl sulfate (SLS) e il sodium laureth sulfate (SLES). Perché il loro uso è controverso? Per il loro effetto potenzialmente irritante e per essere derivati da processi inquinanti. La normativa sui prodotti cosmetici consente il loro utilizzo sulla base di studi scientifici che hanno dimostrato che, a basse concentrazioni, sono sicuri per la salute umana. Sebbene Clarins li usi in alcuni prodotti nei limiti delle dosi ritenute sicure, i nostri laboratori lavorano attivamente per sostituirli con sostanze derivanti da processi di produzione più “verdi” al fine di limitare l’impatto ambientale. Inoltre, esistono ingredienti solfati, come il solfato di zinco o il solfato di magnesio, che non sono SLS e SLES e sono impiegati in cosmetica per altre funzioni come principi attivi o ingredienti di base delle formule. Questi solfati non sono coinvolti dalle controversie circa il potenziale irritante o l’aspetto inquinante dei processi di ottenimento. Pertanto, possono essere contenuti nei prodotti Clarins.

4. Alcol

Denominazione INCI: Alcohol

L’alcol può essere utilizzato nei trattamenti cosmetici sotto forma di etanolo. Evaporando durante l’applicazione, l’etanolo apporta freschezza alle formule, consente di solubilizzare alcuni ingredienti e può contribuire alla buona conservazione della formula. Perché il suo uso è controverso? Perché può avere un effetto seccante o irritante. Nell’ottica di offrire formule di qualità, sensoriali ma anche sicure per la pelle, Clarins utilizza in alcuni prodotti di trattamento o make-up dell’alcol di origine 100% naturale (derivato dalla barbabietola e dal grano) in concentrazioni perfettamente tollerate dalla pelle che non causano né secchezza né irritazioni.

5. EDTA

Denominazione INCI: Disodium EDTA; Tetrasodium EDTA; Trisodium EDTA

L’acido etilendiamminotetraacetico - comunemente chiamato EDTA - e i suoi derivati si usano per garantire la stabilità delle formule cosmetiche. Perché il loro uso è controverso? Per l’impatto negativo sull’ambiente. Sebbene l’EDTA sia autorizzato dalle normative internazionali, Clarins si impegna attivamente per sostituirlo studiando nuove alternative più ecologiche.

6. Fenossietanolo

Denominazione INCI: Phenoxyethanol

Il fenossietanolo è un conservante antimicrobico che preserva la freschezza dei cosmetici per tutta la durata della loro commercializzazione e del loro utilizzo. Il fenossietanolo, molto efficace anche a basse dosi, è stato oggetto di numerosi studi scientifici che ne hanno confermato la sicurezza d’uso nei prodotti cosmetici. Pertanto, in conformità con i requisiti della normativa dei prodotti cosmetici in vigore, Clarins utilizza fenossietanolo per garantire la corretta conservazione delle sue formule.

7. Ftalati

Denominazione INCI: Diethyl phthalate

Solo di uno tra gli ftalati è autorizzato l’uso in cosmetica: il dietilftalato (DEP). Esso consente di denaturare l’alcol dei profumi per renderlo inidoneo al consumo. Perché l’uso di questo gruppo di composti chimici è controverso? Per i suoi effetti cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione. Tuttavia, è stato dimostrato che il DEP non presenta alcun rischio per la salute: pertanto le normative vigenti ne autorizzano l’uso in cosmetica. Nonostante sia autorizzato, Clarins ha scelto di non usare ftalati nelle sue formule - neanche il DEP - e preferisce ricorrere a un altro denaturante: l’etilene brassilato.

8. Interferenti endocrini

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, un interferente endocrino è, come suggerisce il nome, una sostanza che può alterare una o più funzioni del sistema endocrino generando effetti negativi sulla salute umana. Ad oggi, non esiste una lista ufficiale degli interferenti endocrini che sia stata riconosciuta e pubblicata dalla Commissione europea. Tuttavia, quando è dimostrato che un ingrediente agisca come interferente endocrino, ne viene proibito l’uso in cosmetica. Poiché Clarins ha a cuore la sicurezza dei propri clienti, seleziona gli ingredienti delle sue formule in conformità con le regolamentazioni e si interessa attivamente alla pubblicazione di qualsivoglia nuovo dato tossicologico che li riguardi al fine di evitarne l’uso se identificati come interferenti endocrini.

9. Oli minerali

Denominazione INCI: Paraffinum liquidum; Paraffin; Synthetic wax; Cera microcristallina/Microcrystalline wax; Ozokerite; Ceresin; Isododecane; Isohexadecane; Hydrogenated polyisobuten; Hydrogenated didecene

Paraffina liquida, vasellina, olio di vasellina, cere minerali, ecc. fanno parte della vasta famiglia degli oli minerali. Molto impiegati dalle industrie farmaceutiche e cosmetiche per le loro proprietà emollienti, gli oli minerali influiscono sulla texture e offrono idratazione alla pelle. Come tutti gli ingredienti autorizzati dai regolamenti in materia di cosmetica, gli oli minerali sono stati oggetto di numerosi studi scientifici che ne hanno confermato l’assoluta innocuità per la salute umana. Perché il loro uso è controverso? Perché sono ricavati dall’inquinante industria petrolifera. Alcuni prodotti Clarins già sul mercato contengono oli minerali. Tuttavia Clarins, che attribuisce grande importanza alla propria responsabilità ecologica, studia attivamente alternative per i suoi nuovi prodotti.

10. Filtri solari:

Denominazione INCI:

Filtri chimici/organici: Diethylamino Hydroxybenzoyl Hexyl Benzoate, Bis-Ethylhexyloxyphenol Methoxyphenyl Triazine, Methylene Bis-Benzotriazolyl Tetramethylbutylphenol [nano], Ethylhexyl Salicylate, Ethylhexyl Triazone, Octocrylene, Polysilicone-15, Butyl Methoxydibenzoylmethane, Homosalate
Filtri minerali: Titanium dioxide, Zinc oxide

I filtri solari sono un grande gruppo di ingredienti in grado di proteggere la pelle dai dannosi raggi UVA e UVB emessi dal sole. Essi possono essere in forma chimica (detta anche organica) o minerale e svolgono un ruolo centrale per la salute pubblica come componenti essenziali dei prodotti di protezione solare. La scelta dei filtri solari dei nostri cosmetici rispetta gli elenchi ufficiali di filtri autorizzati dalle varie normative internazionali. Per quanto varino nei diversi paesi, tali elenchi ufficiali sono stabiliti sulla base di numerosi studi scientifici eseguiti con regolarità che ne confermano la sicurezza per la salute umana e l’efficacia protettiva rispetto ai raggi UV. Perché il loro uso è controverso? Si teme che agiscano come interferenti endocrini o cancerogeni, inquinino gli oceani e danneggino le specie marine. I filtri solari sono tra gli ingredienti cosmetici più studiati dalla comunità scientifica. Ad oggi, gli studi condotti non hanno stabilito che i filtri autorizzati possano avere effetti dannosi sul sistema endocrino o siano cancerogeni per l’uomo. Rispetto all’impatto dei filtri solari sull’ambiente e in particolare sugli oceani e sulle specie che li abitano, non è semplice valutarlo in modo affidabile e consensuale in quanto non esistono standard preposti a tale scopo.

Considerando la sicurezza dei suoi clienti una priorità, Clarins tiene a ribadire l’importanza di proteggersi dagli effetti nocivi del sole al fine di tutelare la propria salute. Per questo motivo è essenziale applicare una protezione solare prima dell’esposizione e ripeterne l’applicazione almeno ogni 2 ore e dopo ogni bagno. Nelle sue protezioni solari, Clarins utilizza - in conformità con le varie normative internazionali - diversi filtri chimici e minerali autorizzati in quantità ritenute sicure per la salute umana e che garantiscono livelli ottimali di protezione. Inoltre, prima della commercializzazione, l’efficacia protettiva di tutti i prodotti solari Clarins è rigorosamente controllata da laboratori indipendenti secondo i metodi richiesti dalle normative vigenti. Poiché Clarins è attenta anche al proprio impatto ambientale, fa in modo di utilizzare la quantità minima necessaria di filtri solari per garantire una protezione ottimale della pelle.

In assenza di test di riferimento, Clarins ha predisposto un protocollo di test per valutare l’impatto della propria gamma di solari sui coralli. Tali test rivelano che le formule dei solari Clarins* hanno un impatto non significativo sui coralli e non ne comportano né lo sbiancamento né la morte.

*Valido per tutte le formule tranne per quelle del Fluido Solare Minerale SPF30 e del Compatto Solare Minerale SPF30

11. Biossido di titanio

Denominazione INCI: Titanium dioxide

Il biossido di titanio è un composto minerale presente in natura. Trattato e purificato, è tra le sostanze più utilizzate al mondo - in particolare nel settore alimentare, farmaceutico e cosmetico. In cosmetica, può essere usato come filtro solare per proteggere la pelle dai dannosi raggi UV emessi dal sole. È approvato con questa funzione dalle varie normative internazionali ed è tra i soli filtri solari autorizzati. Può anche essere usato per sbiancare le formule cosmetiche e, nei prodotti make-up, conferisce un effetto “sbiancante” o “illuminante”. A seconda del tipo di formula desiderata, si può privilegiare la sua forma nanometrica per la sua migliore capacità di dispersione. Perché il suo uso è controverso? Perché nella sua forma nanoparticellare penetra più facilmente nell’organismo. L’uso del biossido di titanio in forma nanoparticellare è espressamente autorizzato dalle diverse normative internazionali sulla base di valutazioni tossicologiche che hanno stabilito percentuali di utilizzo che non comportano rischi per la salute umana nei prodotti di protezione solare. Di conseguenza, Clarins autorizza l’uso del biossido di titanio nella sua forma nanoparticellare nei propri solari e, come richiesto dalla normativa europea, specifica il termine [NANO] dopo “biossido di titanio” nella lista degli ingredienti presente sul prodotto.

12. Materie plastiche

Denominazione INCI: HDI/Trimethylol hexyllactone crosspolymer; Nylon-12; Methyl methacrylate crosspolymer; Polymethyl methacrylate; Polyethylene; Vinyl dimethicone/methicone silsesquioxane crosspolymer

Le materie plastiche includono numerosi polimeri che possono essere di origine sintetica o naturale e presentarsi in diverse forme: pellicole, fibre, paillette, polveri, gel, ecc. Sono ampiamente utilizzate in diversi settori quali design, arredamento, packaging alimentare, cosmetici. Per la loro plasticità, le materie plastiche possono essere modellate, estruse, pressate e assumere una grande varietà di forme con interessanti proprietà quali trasparenza, resistenza, flessibilità, elasticità, ecc. In cosmetica, si ritrovano diverse forme di queste materie plastiche in base alle loro proprietà. Fino a poco tempo fa, i microgranuli di plastica, particelle di oltre 5 mm, si utilizzavano ancora per la loro azione esfoliante. Oggi sono espressamente vietati dal regolamento europeo sui cosmetici. Le polveri plastiche, invece, sono consentite nei prodotti di trattamento e make-up per il loro effetto soft focus o riempitivo. Infine, anche alcuni gelificanti plastici possono essere impiegati nelle formule per creare texture e per le loro proprietà sensoriali, come l’effetto setoso. Perché il loro uso è controverso? Per quanto riguarda i materiali plastici non degradabili, perché inquinano l’ambiente e vi si accumulano. Poiché Clarins è attenta al proprio impatto ambientale, ha rimosso le microsfere plastiche da tutti i suoi esfolianti ben prima che la regolamentazione sui cosmetici ne formalizzasse il divieto, preferendo ricorrere ad alternative di origine naturale (microsfere di cellulosa, polvere di lava, cristalli di zucchero e di sale). Inoltre, nonostante il fatto che Clarins possa talvolta dover ricorrere a polveri e gelificanti plastici per i prodotti di trattamento e make-up, lo fa sempre in conformità con le normative vigenti e premurandosi di limitarne l’utilizzo attraverso la costante ricerca di alternative dalle stesse qualità sensoriali.

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